Prova aperta al pubblico del nuovo lavoro di Michael Getman
Negli anni Novanta, dopo la caduta dell'Unione Sovietica, le guerre sono diventate culturali. La destra ha dato la colpa al relativismo morale, mentre la sinistra si è fissata sulla correttezza politica. Il dibattito autentico è crollato nel nulla. Il fondamentalismo religioso ha riempito questo vuoto, offrendo un impegno appassionato e un ritorno alle guerre religiose, ognuna delle quali crede nella sua unica verità. (Michael Getman)
Un gruppo di danzatori, protagonisti, avanzano e si incontrano sul palco con un battito di mani. Mentre il primo concerto per pianoforte e orchestra in re minore di Bach suona in sottofondo, il loro battere le mani accoglie e onora ciò che sta alla base della nostra esperienza umana: la Cosa in sé, il troppo reale, che sta nell'incontro mancato tra ciò che viene detto e ciò che è, un incontro mancato che lascia la promessa del desiderio, la minaccia del panico o la promessa del godimento supremo e del terrore.
Tutto avviene come se, nella nostra cultura, la vita fosse ciò che non può essere definito. Eppure, proprio per questo, deve essere incessantemente articolata, divisa e celebrata. Le istruzioni per il viaggio sono scritte su uno spartito in una trama sul palcoscenico. Non resta che seguire le parole, i segni e i segnali. Momento dopo momento, il paesaggio diventa un cimitero pieno di parole, suoni ed enunciati: voci di tempi antichi che attraversano il presente fino a un vuoto futuristico. Nel tentativo di creare un nome o un simbolo, essi attraversano una rete di idee e costituiscono un flusso di significati poetici. I significanti corporali, culturali, storici e politici si ritrovano sempre e solo nella proiezione verso un punto di scomparsa, una solidità che il linguaggio e le rappresentazioni simboliche non possono cogliere.
Michael Getman ha iniziato la sua carriera di ballerino professionista con la Batsheva Dance Company e, in seguito, ha danzato con il Pretty Ugly Ballet Freiburg in Germania.
Ha lavorato con i coreografi Ohad Naharin, Amanda K Miller, Marguerite Donlon, William Forsythe e Orjan Anderson.
Ha presentato i suoi lavori in teatri e festival di tutto il mondo, ricevendo premi coreografici internazionali. Lavora occasionalmente in contesti teatrali ed etnografici con comunità di diverse culture. Conduce workshop nei corsi di formazione professionale e programmi accademici in tutto il mondo.
Ha conseguito un Master of Arts by Research (M.A.) presso l'Università di Huddersfield in Inghilterra con una tesi sull'uso di parole, idee e gesti nella pratica coreografia contemporanea in rapporto con le opere del filosofo olandese Baruch De Spinoza.
concept e coreografia Michael Getman
assistente alla coreografia Niv Marinberg
drammaturgia Yael Venezia
performer Matan Cohen, Ori Mbazbaz, Busmat Nossan, Evyatar Omessy
disegno luci Nadav Barnea
musica Bach first piano concerto in D minor, Luciano Berio Sinfonia Section 3
sound originale e sound design Michael Getman
costumi Omri Alvo
grafica Laetitia Boulud
linguaggio e parole Yair Sherman
groove e beat Tamir Grinberg
consulenza letteraria Dana Mills
fonti lacaniane Istituto Dor-a-Lacan
produzione Shahar Sarit Sharashov
assistente alla produzione Hila Kahiri
management e distribuzione Gloria De Angeli
Il progetto è parte del programma di residenze artistiche del Suzanne Dellal Centre
il progetto è supportato da Armunia/Inequilibrio Festival, Rabinovich Foundation - Hapais Council for the Culture and Arts
Debutto: Agosto 2025, Dance Festival, Suzanne Dellal Centre.