02/02/2026 -> 13/02/2026
Teatro Nardini - Rosignano Marittimo
Danza
Bovary, Bovarysme: un continente di senso
Emma Bovary è molto più che la celeberrima creatura di Gustave Flaubert, protagonista indelebile di uno dei romanzi più amati della storia della letteratura. È un continente di senso e pensiero, una postura nei confronti della vita e dell’arte. Il Bovarismo, termine coniato da Jules de Gaultier, è quella tendenza irresistibile ad aspirare a qualcosa d’altro e diverso rispetto a se stessi, altro in cui dimenticarsi e trascendersi: una malattia, un disagio psichico, ma allo stesso tempo uno dei principi fondativi dell’arte. Cosa sarebbe del resto quest’ultima senza quel salto nel vuoto a cui si è spinti da un’insoddisfazione insopportabile, un profondo senso di inadeguatezza ed estraneità al reale?
Emma fuori da Emma
Vorrei che Emma si sfilasse le scarpe e scappasse dalle pagine di Flaubert per venire a danzare davanti a noi i suoi pensieri e desideri, il rogo della sua passione, le sue braci e ciò che ne rimane in polveri sottili. Vorrei vederla moltiplicata tra interpreti, costumi e scena, rifratta in uno scenario escheriano senz’uscita di cui partecipano scene, suono, video in un riferimento molteplice all’immaginario letterario, teatrale, cinematografico. Vorrei vedere l’Emma di carne, fremente e pulsante, inetta e annoiata, insieme ai suoi uomini Charles, Léon, Rodolphe, e l’Emma trascendente, il mito, l’icona, il clichè. L’Emma che da donna diventa modo d’essere, filosofia, immaginario. Tornando in un certo senso, con una sghemba circolarità, alla mente di Gustave Flaubert: questo spettacolo vuole essere anche un omaggio al suo genio. Penso a opere come The Andersen Project di Ex Machina / Robert Lepage, o i più recenti Pessoa – since I’ve been me di Robert Wilson e Notte Morricone di Aterballetto/Marcos Morau.
Scene e costumi: un caleidoscopio
Mi piace immaginare l’insieme di scene e costumi di questo spettacolo come un vero e proprio caleidoscopio con al centro l’icona Bovary. Penso all’enigmatica e sospesa Madonna del parto di Piero della Francesca e al suo gesto sul ventre, e in un’associazione forse avventurosa alle meravigliose Daphne di Anselm Kiefer, in cui degli abiti femminili ottocenteschi diventano statue di gesso che eternano il femminino ma anche la sua violazione e distruzione nei secoli.
Mi immagino una scena costituita da a un grande abito - scultura che aprendosi all’altezza del ventre dà origine a un sistema di sipari, dai quali di volta in volta usciranno ed entreranno Emma, i suoi uomini e i suoi doppi / proiezioni.
Per i costumi, penso a un abito / divisa uguale per tutti, che possa però contenere al proprio interno dei sottostrati diversi, ad esempio degli elementi maschili per gli interpreti che daranno vita a Charles, Léon e Rodolphe, gli uomini di Emma.
Giuliano Scarpinato è regista, drammaturgo, sceneggiatore, attore. Nel 2006 si laurea in lettere moderne all’Università di Palermo con una tesi sul teatro di Pier Paolo Pasolini. Nel 2009 si diploma alla Scuola del Teatro Stabile di Torino fondata da Luca Ronconi e diretta da Mauro Avogadro. Studia in seguito con Antonio Latella, Valerio Binasco, Susan Batson, Romeo Castellucci, Lucia Calamaro e altri. Prende parte come attore e performer a numerose produzioni, diretto da Marco Baliani, Emma Dante, Carlo Cecchi, John Turturro, Giancarlo Sepe, Glauco Mauri, Andrea Baracco, Cristina Pezzoli, Daniele Salvo. Nel 2011 riceve la menzione speciale della giuria al premio Hystrio alla vocazione. Nel 2014 debutta come autore e regista con lo spettacolo Fa’afafine, storia del “gender fluid child” Alex White, che vince il Premio Scenario Infanzia, il Premio Infogiovani 2015, l’Eolo Award 2016. Lo spettacolo diventa una co-produzione Teatro Biondo Stabile di Palermo/CSS Teatro Stabile di Innovazione del Friuli Venezia Giulia, attraversando tutta l’Italia con una lunga tournèe. Nel 2015 cura per il festival “Dionisiache” di Segesta la regia e l’adattamento drammaturgico di Elettra di Hugo von Hofmannsthal, in scena per due stagioni successive al Teatro Greco di Segesta e vincitore nel 2016 del Premio Attilio Corsini. Nel 2017 scrive con Gioia Salvatori e dirige Alan e il mare (prod. CSS / Accademia Perduta Romagna Teatri), dedicato al profugo siriano Alan Kurdi, e Se non sporca il mio pavimento – un mélo (prod. CSS / Wanderlust Teatro), ispirato all’episodio di cronaca nera dell’omicidio Rosboch, che debutta al Romaeuropa Festival. Nel 2018 scrive e dirige per il Teatro di Marsala ‘A Supirchiarìa, da “I Pugnalatori” di Leonardo Sciascia. Nel 2019 cura per il progetto “Fabulamundi Playwriting Europe”, in collaborazione con “Dialoghi – residenze delle arti performative a Villa Manin”, una mise en espace di Guerrieri in gelatina del drammaturgo tedesco Claudius Lünstedt. In primavera Se non sporca il mio pavimento – un mèlo viene tradotto in romeno per il Teatro Odeon di Bucarest. Nel maggio 2019 Fa’afafine debutta a Parigi al Theatre de Montreuil, all’interno della programmazione del Theatre de la Ville hors le murs. Tra il 2020 e il 2021 frequenta il corso di sceneggiatura II livello alla scuola di cinema “Tracce”, studiando tra gli altri con Heidrun Schleef, Gino Ventriglia, Graziano Diana, Nicola Giuliano. In maggio 2021 debutta A+A. Storia di una prima volta (prod. CSS Udine con il sostegno dell’Istituto Italiano di Cultura Parigi), sull’educazione sessuale degli adolescenti italiani, che vince l’anno dopo la menzione come miglior spettacolo per il pubblico adolescente ai Premi Eolo ‘22.
È vincitore del Premio Solinas 2021 con la sua prima sceneggiatura, La Gioia, scritta con Benedetta Mori e la partecipazione di Chiara Tripaldi. In febbraio 2022 debutta il trittico Favola Personale, ispirato alla filmografia del cineasta greco Yorgos Lanthimos (produz. Teatro Biondo Palermo). In maggio ’22 Fa’afafine diventa un libro edito da “Edizioni Primavera”. In autunno 2023 debutta Il tempo attorno (prod. Teatro Biondo Palermo), storia di una coppia di giudici antimafia e di un giovane figlio negli anni tra le stragi Falcone / Borsellino e il processo Andreotti. Il testo, di ispirazione autobiografica, è stato già presentato come podcast per la trasmissione FuturoPresente di Rai Radio 2, in forma di reading al Romaeuropa Festival per “Situazione Drammatica”, e in forma di mise en espace, tradotto in quèbecois, alla Casa d’Italia di Montréal, per invito dell’Istituto Italiano di Cultura. Ancora in autunno ’23 debutta All about Adam (prod. ERT/Teatro della Tosse), primo progetto interamente coreografico sulle nuove forme dell’identità maschile, che vede la consulenza alla drammaturgia della danza di Alessandro Sciarroni.
È stato docente di recitazione all’ADDA, l’accademia per attori dell’Istituto del Dramma Antico di Siracusa, dal 2018 al 2021. Conduce regolarmente in tutta Italia laboratori e workshop per attori professionisti e per adolescenti.
Luna Cenere, classe 1987, è danzatrice, coreografa e performer.
Diplomata in danza contemporanea presso l’Ente di Promozione Nazionale Movimento Danza (Napoli) nel 2009. Al termine dei suoi studi Luna è già coinvolta nella scena artistica della città prendendo parte a numerosi progetti sul territorio. Nel 2011 lascia l’Italia per proseguire la sua formazione presso la SEAD, Salzburg Experimental Academy of Dance dove consegue la laurea e nel 2014 si trasferisce in Belgio. In questi anni frequenta festival internazionali come Il Festival Deltebre Danza, Impulstanz e la Biennale di Venezia e studia con maestri come David Zambrano, Francesco Scavetta, Martin Kilvady Josef Frucek, Linda Kapetanea, Matej Kejzar e molti altri. Partecipa alle creazioni di Anton Lacky (Anton Lacky Company) e Josef Frucek (Rootlessroot). Nel 2014 lavora con Simone Forti e Anton Lacky. Nel 2016 diventa membro della Compagnia Virgilio Sieni in progetti come La Mer, L’avventura e Il Cantico dei Cantici. Nel 2017 viene selezionata come artista AEROWAVES TWENTY18 per poi vincere il “Premio per la migliore coreografia” del Solocoreografico Festival con Kokoro (2017) spettacolo selezionato dalla NID Platform 2019. Seguono: Twin( 2018), Pneumatika (2018), Natural Gravitation – tributo a Isadora Duncan (2019), Zoé (2020) spettacolo selezionato per la NID Platform 2020; Shoes On (2022) selezionato dalla NID platform 2022. Riceve il Premio Speciale Positano Léonide Massine ai danzatori dell’anno (2019) e vince il Premio Danza&Danza 2020 come “coreografa emergente” con lo spettacolo Genealogia_Time Specific (2020). È sostenuta dall’azione Residence XL promossa dal Network AntocorpiXL per l’anno 2019 ed è stata artista associata del Festival Oriente Occidente per il biennio 2019/2020. Dal 2017 i suoi lavori sono stati prodotti dall’attuale Centro Nazionale di Produzione Körper. Vincitrice del bando per le nuove coreografie della Biennale di Venezia(2022) dove ha debuttato con Vanishing place (2023). È autrice e interprete insieme al musicista Antonio Raia dello spettacolo Mercurio (2024).
Cecilia Francesca Croce (Berna, 1991) è autrice, danzatrice e performer. Si diploma alla Dancehaus di Susanna Beltrami e approfondisce il suo percorso grazie all'incontro con Sosta Palmizi, Ariella Vidach, Aldes, Company Blu, Arearea, C&C, A.M.R., Abbondanza/Bertoni, Balletto Civile, Hannes Langolf, Marco D’Agostin. Lavora come interprete in molteplici contesti creativi, spaziando tra danza contemporanea, opera lirica e performance site-specific. La sua ricerca autoriale esplora il movimento come linguaggio espressivo e si muove nella direzione della drammaturgia fisica, interessandosi alla relazione tra corpo e voce. Nel 2023 realizza la performance “Silenziando” all’interno di “Improvvisazioni itineranti in Parco Sempione” co-prodotta da Ariella Vidach-AiEP e Triennale Milano Teatro per FOG. Nel 2024 porta in scena il primo studio di “CLAP!” nel foyer del Teatro Arena del Sole all’interno del progetto IMPRONTE curato da Michela Lucenti e realizza il primo studio di “È già la fine del mondo” pièce di teatro fisico in collaborazione con la drammaturga svizzera Elisabeth Sassi. Una laurea in Beni Culturali e una in Comunicazione supportano la sua ricerca personale e artistica.
Gaia Clotilde Chernetich è dramaturg, autrice e studiosa indipendente di performing arts. Ha ottenuto un dottorato di ricerca europeo in Scienze filologico-letterarie, storico-filosofiche e artistiche all’Università di Parma e in Danza all’Université Côte d’Azur. Si è specializzata nell’epistemologia delle arti sceniche contemporanee con una tesi sulle politiche di trasmissione del repertorio del Tanztheater Wuppertal Pina Bausch. Conduce ricerche nel settore delle performing arts con un’attenzione particolare alla metodologia della ricerca, alla memoria e alla trasmissione delle conoscenze incorporate. Come dramaturg lavora, in Italia e all’estero, con artisti e compagnie programmati in stagioni teatrali e festival nazionali e internazionali. Ha curato progetti di formazione per il pubblico e di divulgazione della conoscenza della danza, del balletto e del teatro in teatri e festival in Italia e all'estero. Come docente insegna storia della danza e del teatro, drammaturgia, critica e scrittura in diversi corsi di formazione professionale per le nuove generazioni di professionisti del teatro e della danza. Dal 2013 scrive per riviste culturali italiane e straniere tra cui Doppiozero, Springback Magazine e Teatro e Critica.
ideazione e regia Giuliano Scarpinato
con Luna Cenere e Cecilia Croce
ambiente sonoro Giacomo Agnifili
dance dramaturg Gaia Clotilde Chernetich